Applicazione
Applicazione su cinque serie di dati europei
Consideriamo, i cinque parametri europei seguenti:
Le Condizioni richieste
Osservando la tabella si capisce che si tratta di un fenomeno dotato di cinque dimensioni. Si richiedono le condizioni seguenti (semplificando al massimo per evitare termini tecnici):
Ogni serie viene calata nel contesto dell’analisi;
Le serie devono essere univocamente informative rispetto alla situazione (o franche, nel senso di affidabili), cioè interpretabili univocamente come punteggi di merito o di penalità (Stoppa, 2019);
Le serie devono avere un addensamento centrale congiunto, almeno tendenzialmente.
Allora per ogni dato può essere calcolata la distanza relativa (situazionata) dal valore non preferibile, quindi in termini di percentuale del percorso stabilito dal contesto: la chiameremo trasformazione NonPreferibile-Preferibile (una variante della trasformazione mini-Max). Le condizioni garantiscono al fenomeno una complessità di tipo lineare (la più bassa possibile), la più favorevole, necessaria quando si tratta con un numero elevato di serie di dati. Questo assicura che le serie abbiano legami lineari. Allora la rete di correlazione (fatta di legami lineari) si accorda alla rete di dipendenza (fatta di relazioni che possono essere di causa-effetto come no). Ecco che saranno ammessi i confronti tra le unità osservate, cioè tra valori di una stessa serie: confronti che verranno chiamati verticali. Il risultato della trasformazione NonPreferibile-Preferibile permetterà invece il confronto tra le grandezze di una stessa unità, tra valori di serie differenti.
Ora, da un lato abbiamo cinque serie di dati (cinque grandezze) che, con la loro esibita variabilità, promettono preziosa informazione. Dall’altro abbiamo la situazione oggetto di analisi la quale, con le sue pressanti richieste, reclama grandezze informative. In mezzo ci siamo noi, con i nostri dubbi, le nostre incertezze, le nostre curiosità. Verifichiamo di che tipo di grandezze si tratta. La prima (il Pil) e la quinta (l’Occupazione) sono grandezze informative perché interpretabili come punteggi di merito, (diremo direttamente informative) La terza (il Debito) e la quarta (L’Inflazione) sono pure informative perché interpretabili come penalità (diremo inversamente informative). La seconda (il Deficit), non è informativa, ma lo diventa una sua trasformata, il |Deficit|, interpretabile ora come penalità (inversamente informativa). Dunque, al fine di confrontare le grandezze, siamo nelle condizioni di operare, chiamando in causa la situazione, proponendo una variante della normalizzazione min-max, che chiameremo normalizzazione NonPreferibile-Preferibile. Consiste nel calcolare, per ogni singolo dato, la distanza dal valore non preferibile, indicato dalla situazione, rapportata all’intero percorso che va dal non preferibile al preferibile. Lo chiameremo dato situazionato e rappresenta la misura dell’informazione (di situazione, di posizione) contenuta in ogni dato osservato. Nei due punteggi di merito il valore non preferibile coincide con il minimo osservato, mentre nelle tre penalità coincide con il massimo. Non fatevi impressionare, sto solo giocando a semplificare! I dati situazionati di ogni grandezza su unità differenti presentano una interpretazione immediata (una informatività diretta), un confronto verticale e, nello stesso tempo, divengono, per ogni singola unità, anche, confrontabili sulle cinque grandezze differenti: un confronto orizzontale. Si consiglia, a questo punto, di operare sempre su serie di dati situazionati. Si dimostra (in appendice) che, per grandezze informative, la variabilità, e quindi l’informazione dei dati situazionati, è proporzionale a quella dei dati osservati. Ora, ognuno può provare a interpretare, a dare significato, a ogni dato situazionato e scoprire come tutto sembra divenuto intellegibile. Con pochi strumenti minimali l’analisi dei dati è ora disponibile per tutti.
Vediamo solo qualche esempio. L'Austria presenta un Pil pari a 123,8. Questo è il dato osservato. Il Pil va da 37,3 (Bulgaria) a 266,2 (Lussemburgo). Si potrebbe dedurre che l’Austria abbia un Pil intermedio. Il dato situazionato vale 37,8% e non risulta affatto intermedio. Possiamo dire che, nel percorso che va dal non preferibile al preferibile, l’Austria si posiziona al 37,8%. Analogo trattamento lo riserviamo al tasso di Occupazione. L’Occupazione austriaca vale 71,4. Il tasso di Occupazione va da 54,6 a 77,1. L’Austria sembra raggiungere un tasso piuttosto elevato. Il dato situazionato si posiziona al 74,7%. Non così elevato come faceva pensare il dato osservato. Vediamo cosa succede per il Debito. L’Austria presenta un Debito pari a 59,5. Questo è il dato osservato. Il Debito, in Europa, va da 3,5 a 103,5. Questo fa capire che l’Austria ha un Debito, per così dire, intermedio. Per la precisione il dato situazionato si trova al 44%. Quindi meno che intermedio. L’Inflazione è a 2,2 punti e in Europa, va da 0,7 a 10,1. Il dato situazionato vale 84%. Il |Deficit|, per l’Austria, vale 0,4 e, in Europa, va da 0,1 a 5,3. Il dato situazionato, che vale 94,2% , permette di valutare propriamente come stanno le cose. Questi sono confronti verticali perché sono riferiti a unità differenti su ciascuna serie o grandezza (o colonna). Vedremo poi i confronti orizzontali: riferiti a una stessa unità su grandezze differenti.
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